Chikungunya: il ‘caso zero’ nel bolognese è di origine importata, no a infezioni locali

Luisa Perdona

Luglio 26, 2025

L’AUSL di Bologna ha recentemente identificato la sorgente del primo contagio di Chikungunya, inizialmente ritenuto di origine autoctona, all’interno del Comune di Bentivoglio. Le autorità sanitarie stanno continuando a implementare misure di profilassi per contenere la diffusione del virus.

Il 26 luglio 2025, alle ore 16:33, l’AUSL ha comunicato che il caso di infezione “zero” è da considerarsi di importazione, poiché riguarda una persona che è tornata da un viaggio in una zona a rischio. Anche il primo caso registrato nello stesso Comune, inizialmente considerato locale, potrebbe essere riclassificato. Questo cambiamento è avvenuto dopo aver individuato la fonte del contagio, rappresentata da una zanzara che ha punto la persona infetta, la quale non ha viaggiato recentemente. Questa informazione è stata riportata dall’Adnkronos Salute.

Il Dipartimento di Sanità Pubblica dell’AUSL di Bologna, in sinergia con la Regione Emilia-Romagna e il Comune di Bentivoglio, ha sottolineato che continuano le azioni previste dal Piano Regionale di Sorveglianza e Controllo delle Arbovirosi. Queste misure sono state attivate in seguito al caso confermato di infezione da Chikungunya. Le indagini epidemiologiche hanno portato all’individuazione del probabile caso indice, che è la prima persona colpita dall’infezione, anch’essa di ritorno da una zona a rischio. Questo caso è quindi considerato importato.

La scoperta del caso indice permette di circoscrivere meglio l’evento e dimostra l’efficacia delle attività di monitoraggio già in atto. Le misure di profilassi proseguiranno nei prossimi giorni, a condizione che le condizioni meteorologiche lo consentano, con interventi di disinfestazione nelle aree identificate. I medici della medicina territoriale sono coinvolti nell’operazione. La Chikungunya è una malattia tipica delle aree tropicali e si trasmette all’uomo attraverso la puntura delle zanzare del genere Aedes, tra cui la zanzara tigre. È importante sottolineare che il virus non si trasmette da persona a persona. Per gestire al meglio la situazione, è fondamentale che la popolazione collabori seguendo le indicazioni sanitarie e segnali tempestivamente eventuali sintomi.

I sintomi e il riconoscimento del virus

Secondo quanto riportato sul sito dell’Istituto Superiore di Sanità, dopo un periodo di incubazione che può arrivare fino a 12 giorni, ma in media si attesta tra i 3 e i 7 giorni, si manifestano febbre e dolori articolari che possono limitare i movimenti dei pazienti. Il termine Chikungunya deriva dalla lingua swahili e significa “ciò che curva” o “contorce”, descrivendo la postura assunta dai malati a causa del dolore. Altri sintomi comuni includono dolore muscolare, mal di testa, affaticamento e rash cutaneo. Sebbene il dolore alle articolazioni sia spesso debilitante e duri alcuni giorni, in alcuni casi può prolungarsi per mesi o addirittura anni.

Nella maggior parte delle situazioni, i pazienti si riprendono completamente, ma in alcune circostanze il dolore articolare può persistere nel tempo. I sintomi possono risultare lievi e l’infezione potrebbe non essere riconosciuta o essere scambiata per altre malattie, in particolare nelle aree dove è presente la dengue. Raramente si registrano complicanze gravi, ma negli anziani la malattia potrebbe contribuire a un esito fatale.

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