Il progetto “Testing the City” ha recentemente registrato risultati significativi nel campo della salute pubblica, con particolare attenzione alle malattie sessualmente trasmissibili, alle infezioni epatiche e all’HIV. Questo programma, avviato per sensibilizzare e testare la popolazione, ha coinvolto diverse città italiane impegnate nella prevenzione di queste patologie.
Risultati del progetto “Testing the City”
Il 28 luglio 2025, in occasione della Giornata mondiale delle epatiti, Paolo Meli, pedagogista e presidente della Società Cooperativa Sociale Don Giuseppe Monticelli di Bergamo, ha condiviso i primi risultati del progetto. Fino ad oggi, il programma ha raggiunto quasi 4.000 persone, di cui circa 3.500 rientranti nel target specifico. Meli ha sottolineato come il progetto, sostenuto da Gilead e in collaborazione con Relab, si sia concentrato su città italiane già attive nella prevenzione delle infezioni sessualmente trasmissibili, delle epatiti e dell’HIV, mirando in particolare a popolazioni vulnerabili come migranti e consumatori di sostanze.
Meli ha spiegato che sono state organizzate diverse azioni e interventi per individuare contesti e luoghi strategici dove incontrare le popolazioni target. Oltre ai test per le patologie in questione, è stato creato un sito dedicato e sono state avviate campagne di sensibilizzazione attraverso i canali social. Questa strategia ha dimostrato di essere efficace nel raggiungere il pubblico.
Analisi dei dati e impatto sociale
I dati emersi dal progetto rivelano una prevalenza significativa delle infezioni testate. Circa il 2,48% delle persone sottoposte a screening ha ricevuto una diagnosi positiva per una delle tre infezioni esaminate. Meli ha evidenziato l’importanza di accompagnare le persone testate positive verso i test di conferma, sottolineando il ruolo cruciale delle organizzazioni di terzo settore nel fornire supporto adeguato.
La maggior parte dei test preliminari ha confermato i risultati iniziali, e tutte le persone positive sono state seguite nei percorsi di cura e terapia. Meli ha anche messo in evidenza le numerose barriere che ostacolano l’accesso ai servizi sanitari, come le difficoltà linguistiche, le differenze culturali, le condizioni di vita e l’assenza di una casa. Questi fattori complicano ulteriormente la situazione per le popolazioni vulnerabili.
Prospettive future e necessità di politiche sanitarie
Meli ha concluso esprimendo la necessità di sviluppare politiche sanitarie più inclusive e mirate, basate sui dati raccolti dal progetto. Questi risultati non solo confermano le percezioni già note alle organizzazioni di terzo settore, ma evidenziano anche l’urgenza di affrontare le problematiche legate all’accesso ai servizi sanitari per le popolazioni a rischio. Con la crescente consapevolezza e il supporto di iniziative come “Testing the City“, la speranza è di migliorare la salute pubblica e ridurre le disparità nel trattamento delle malattie infettive in Italia.