Morsi di serpente: guida utile per chi intraprende viaggi esotici

Stella Rota

Luglio 30, 2025

Delle circa 3.000 specie di serpenti esistenti a livello globale, solo il 15% rappresenta un pericolo per l’uomo. Questo dato emerge da uno studio condotto dall’azienda ospedaliera universitaria di Ferrara, con la collaborazione di Mario Pantaleoni, direttore facente funzioni dell’Unità operativa di Malattie infettive. Ogni anno, si registrano oltre 100.000 decessi a causa di morsi di serpente, un fenomeno che merita attenzione, soprattutto per chi si appresta a viaggiare in paesi esotici.

Il veleno dei serpenti

Il veleno di alcune specie di serpenti è particolarmente insidioso, in quanto contiene componenti neurotossici in grado di provocare un blocco neuromuscolare. Questo può portare a una paralisi respiratoria, con conseguenze potenzialmente fatali. Al contrario, i morsi di serpenti non velenosi tendono a causare solo danni locali, come dolore e piccole escoriazioni.

È fondamentale saper riconoscere i segni di un avvelenamento. I morsi di serpente, che siano velenosi o meno, possono generare panico e i sintomi possono includere nausea, vomito, tachicardia, diarrea e sudorazione. Questi sintomi possono confondere e rendere difficile l’identificazione di un avvelenamento. Di solito, entro 30-60 minuti dall’incidente, si possono osservare edema ed eritema nella zona del morso e nei tessuti circostanti. La fuoriuscita di liquido dalla ferita è un chiaro indicativo di avvelenamento. L’edema può espandersi rapidamente e, nel giro di poche ore, interessare l’intero arto.

Un altro segnale preoccupante è l’aumento della temperatura cutanea attorno al morso. In caso di avvelenamento moderato o grave, è comune osservare lividi che si formano nella zona del morso entro 3-6 ore. La pelle può apparire tesa e cambiare colore, con la comparsa di vescicole piene di siero o sangue. La necrosi è frequente dopo un morso di serpente a sonagli, e gli effetti del veleno tendono a manifestarsi in modo significativo nei tessuti molli entro 2-4 giorni dall’incidente.

Sintomi dell’avvelenamento

I sintomi associati a un avvelenamento da serpente possono variare notevolmente. Tra i segnali più comuni ci sono nausea, vomito, diarrea, sudorazione e ansia. Alcuni individui possono avvertire un sapore metallico o di menta in bocca. Il veleno dei crotalidi, ad esempio, può causare alterazioni neuromuscolari, con debolezza generalizzata e una sensazione di intorpidimento muscolare. In alcuni casi, si possono riscontrare alterazioni dello stato mentale, con il rischio di gravi deficit neurologici, inclusa la depressione respiratoria.

È importante tenere presente che la debolezza dell’arto colpito può manifestarsi anche diverse ore dopo il morso. Pertanto, è cruciale sospettare un avvelenamento in caso di morsi da serpenti velenosi, anche in assenza di segni immediati.

Diagnosi dei morsi di serpente

La diagnosi di un morso di serpente si basa su un’accurata identificazione della specie, oltre che sulle manifestazioni cliniche. Tuttavia, molti pazienti faticano a ricordare le caratteristiche del serpente che li ha morsi. Le vipere, ad esempio, presentano una testa a forma di freccia e pupille ellittiche, mentre i serpenti corallo hanno pupille rotonde e bande di colore rosso, giallo e nero.

I segni lasciati dai morsi possono variare; i serpenti a sonagli possono lasciare segni di denti singoli o doppi, mentre i serpenti non velenosi tendono a lasciare segni superficiali. La gravità dell’avvelenamento dipende da diversi fattori, tra cui la dimensione e la specie del serpente, la quantità di veleno iniettato e la localizzazione del morso.

Trattamento dei morsi di serpente

Il trattamento per i morsi di serpente deve iniziare immediatamente, anche prima di raggiungere un centro medico. Il paziente deve evitare sforzi fisici e mantenere il corpo caldo, mentre deve essere trasportato rapidamente al più vicino ospedale. È essenziale immobilizzare l’arto colpito senza applicare fasciature costrittive, mantenendolo a livello del cuore e rimuovendo anelli o indumenti attillati. L’immobilizzazione non deve essere utilizzata per ritardare l’assorbimento del veleno, poiché ciò potrebbe causare complicazioni come insufficienza arteriosa e necrosi.

×