Stacca il caricabatterie: il trucco per risparmiare fino a 100 euro in bolletta

Caricabatterie

Stacca il caricabatterie: il trucco per risparmiare fino a 100 euro in bolletta - pdspsicologidellosport.it

Lorenzo Fogli

Luglio 31, 2025

Il consumo fantasma pesa fino al 10% sulle spese di casa: come evitarlo con accorgimenti semplici.

C’è un’abitudine apparentemente innocua che molti compiono ogni giorno: lasciare il caricabatterie del telefonoattaccato alla presa anche dopo aver scollegato il dispositivo. Una disattenzione comune, rapida, che spesso accompagna l’uscita di casa o la fretta del mattino. Eppure, quel piccolo trasformatore, anche a vuoto, continua a consumare energia. È ciò che tecnici ed esperti chiamano consumo fantasma, ovvero l’energia elettrica assorbita da dispositivi elettronici collegati ma non in uso. La somma di queste piccole dispersioni, moltiplicata per tutti i giorni dell’anno e per ogni caricatore presente in casa, può pesare sulla bolletta più di quanto si pensi.

Quanto costa davvero questa abitudine e perché incide sulle spese familiari

Un singolo caricabatterie lasciato collegato alla rete elettrica può consumare tra 0,1 e 0,5 watt all’ora, a seconda del modello. Su base annua, questo si traduce in circa 4,4 kWh, equivalenti a un costo che oscilla tra 1 e 2 euro, secondo le tariffe elettriche attuali. Il problema è che nessuno ne ha solo uno: tra telefoni, tablet, smartwatch, laptop e altri dispositivi, in una casa media ci sono almeno cinque o sei caricabatterie costantemente collegati.

Caricabatterie
Stacca il caricabatterie: il trucco per risparmiare fino a 100 euro in bolletta – pdspsicologidellosport.it

Il costo, in questo caso, si aggira intorno ai 10-12 euro l’anno, solo per i caricatori. Se consideriamo anche gli altri dispositivi in standby, il conto si alza. Tra TV, modem, router, spazzolini elettrici, decoder, basi di ricarica e computer lasciati in attesa, il consumo passivo può rappresentare fino al 10% del totale della bolletta, con una spesa che varia tra i 50 e gli 80 euro annui, arrivando facilmente a oltre 100 euro in presenza di più dispositivi sempre collegati.

Il danno è duplice: da un lato economico, dall’altro ambientale. Ogni chilowattora sprecato corrisponde a un aumento delle emissioni inquinanti, dato che la produzione di energia elettrica implica, ancora oggi, un ricorso significativo a fonti fossili. Un piccolo spreco moltiplicato per milioni di famiglie italiane, insomma, diventa una voce importante sul piano nazionale.

Come intervenire: le soluzioni quotidiane per ridurre il consumo fantasma

Spegnere il caricabatterie dopo l’uso è la soluzione più logica, ma la realtà è che spesso ce ne dimentichiamo. Per questo, creare una routine funzionale e automatizzare alcune azioni può fare la differenza. Un primo passo concreto è l’acquisto di ciabatte multipresa con interruttore: collegando più dispositivi alla stessa ciabatta, è possibile spegnerli tutti con un solo gesto, senza doverli scollegare uno a uno.

Un altro metodo semplice è impostare promemoria sul telefono, ad esempio una notifica che ricordi di staccare il caricabatterie al mattino, dopo il risveglio. Dopo pochi giorni, l’azione diventa automatica. Anche scegliere un caricatore certificato e a basso consumo a vuoto può contribuire: alcuni modelli di qualità superiore riducono al minimo l’assorbimento quando il dispositivo non è collegato, limitando gli sprechi.

Infine, abituarsi a scollegare completamente elettrodomestici secondari quando non sono in uso – come forni a microonde, basi di ricarica o console – contribuisce a contenere il consumo passivo. È una questione di consapevolezza: più si conoscono i consumi nascosti, più facile diventa intervenire con gesti semplici ma efficaci.

Non si tratta solo di risparmiare qualche euro. Ridurre il consumo fantasma significa gestire meglio l’energia, rispettare l’ambiente e trasmettere buone pratiche a livello familiare. In un momento storico in cui ogni risorsa conta, anche un gesto piccolo può avere un grande impatto.

×