Riccardo Rondelli, un cittadino italiano, ha espresso la sua indignazione riguardo alla situazione di suo padre, un anziano di 86 anni, che si trova in difficoltà a causa di un rifiuto dell’indennità di accompagnamento. Questa vicenda è stata riportata all’agenzia Adnkronos il 1° agosto 2025, e ha sollevato interrogativi sulla gestione delle richieste di assistenza per gli anziani non autosufficienti.
La difficile condizione del padre di Rondelli
Riccardo Rondelli ha portato alla luce un caso che definisce “un’ingiustizia” nei confronti di suo padre, che presenta un’invalidità totale e difficoltà motorie significative. L’anziano, non autosufficiente, ha ricevuto tre rifiuti consecutivi per la richiesta di accompagnamento, nonostante le gravi problematiche di salute che lo affliggono. La domanda che si pone Rondelli è se sia giusto che una persona in tali condizioni non possa ricevere il supporto necessario. Il figlio ha sottolineato come la situazione sia cambiata nel tempo, passando da un sistema che concedeva l’indennità con maggiore facilità a uno che ora la riconosce solo in casi estremi, come quando l’anziano è costretto a rimanere a letto. Questo approccio ha portato a una mancanza di assistenza per chi ha bisogno di aiuto quotidiano, come lavarsi, assumere farmaci, o preparare i pasti.
Un rifiuto che sorprende
Rondelli ha presentato documenti che attestano le condizioni di salute di suo padre, evidenziando come il referto della Commissione medica dell’INPS indichi una “deambulazione limitata“. Il certificato medico specifica che l’anziano utilizza un catetere vescicale e ha difficoltà a sentire anche con l’ausilio di protesi acustiche. Nonostante queste evidenze, l’indennità è stata nuovamente negata. Rondelli ha dichiarato che la prima richiesta di accompagnamento risale a circa tre anni fa, e da allora ha ricevuto solo risposte negative. La situazione è ulteriormente complicata dal fatto che anche la madre di Rondelli è invalida e le sue condizioni stanno peggiorando, rendendo ancora più urgente la necessità di assistenza.
Pronti a fare ricorso
Di fronte a questa ingiustizia, Riccardo Rondelli ha deciso di intraprendere azioni legali per contestare il rifiuto dell’indennità. Ha espresso il suo rammarico per la situazione, sottolineando come lui e suo padre abbiano sempre contribuito alla società, lavorando e pagando le tasse. La sua determinazione a fare ricorso è alimentata dal desiderio di ottenere il supporto necessario per i suoi genitori, che non possono rimanere soli e necessitano di assistenza quotidiana. Rondelli ha affermato che, nonostante le difficoltà, continuerà a lottare per i diritti di suo padre e per garantire che venga riconosciuto il supporto a cui ha diritto.