Il servizio sanitario mobile ‘Salute e inclusione’, attivo a Roma, ha fornito un importante supporto alla popolazione vulnerabile nei primi sei mesi del 2025, registrando oltre 1.200 interventi. Questo servizio, frutto della collaborazione tra la Fondazione Consulcesi e la Federazione dei medici di medicina generale (Fimmg) del Lazio, ha dimostrato la propria efficacia nel rispondere alle difficoltà di accesso alle cure, come confermato dai recenti dati forniti dall’Istat e dalla Caritas.
Il profilo dei pazienti assistiti
Analizzando i dati raccolti, emerge che il paziente tipo che richiede assistenza è un uomo di circa 50 anni. Infatti, oltre l’80% degli accessi, che ammontano a 1.048, è rappresentato da uomini, seguiti da 163 donne e 51 persone transgender. Quest’ultime trovano nell’Unità mobile un ambiente sicuro e accogliente per ricevere le cure necessarie. Un dato significativo riguarda anche la nazionalità dei pazienti: per la prima volta, i cittadini italiani costituiscono la maggioranza relativa degli accessi, con 389 richieste, superando così i cittadini stranieri. Tra i pazienti stranieri, si registrano persone provenienti da Romania, Ucraina, Marocco, Tanzania e Algeria. Questo cambiamento evidenzia un bisogno crescente di assistenza anche tra le persone non migranti, spesso colpite da vulnerabilità economica o da ostacoli nell’accesso al sistema sanitario nazionale.
Le aree di intervento e la distribuzione degli accessi
L’Unità mobile opera in tre aree critiche della Capitale: Stazione Ostiense, Stazione Tuscolana e Piazza Santi Apostoli. Durante il primo semestre del 2025, Stazione Ostiense ha registrato il maggior numero di accessi, con un totale di 720, seguita da Stazione Tuscolana con 310 e Piazza Santi Apostoli con 232. La distribuzione degli accessi è stata costante nel tempo, con un picco significativo nel mese di maggio, quando si sono registrati 230 accessi, mantenendo numeri stabili tra gennaio e aprile, oscillando tra i 199 e i 215 accessi mensili. Questi dati non solo riflettono l’operato dell’Unità mobile, ma segnalano anche un bisogno reale e crescente di assistenza sanitaria.
La risposta al bisogno di assistenza
Alessandro Alcione, medico e coordinatore del progetto, ha sottolineato l’importanza di questo servizio, evidenziando come l’Unità mobile risponda a un bisogno di assistenza che spesso rimane inascoltato. Molti dei pazienti non hanno accesso al medico di medicina generale per motivi burocratici, come la mancanza di residenza o di permesso di soggiorno. Il servizio si distingue per la sua capacità di offrire un’assistenza umana e continua, creando un legame di fiducia con i pazienti. Simone Colombati, presidente della Fondazione Consulcesi, ha aggiunto che l’obiettivo è quello di garantire che nessuno resti indietro, in un contesto in cui le fragilità sono molteplici, non solo economiche ma anche culturali e sanitarie.
Nei prossimi mesi, l’Unità mobile continuerà a operare regolarmente, intensificando gli sforzi per raggiungere e sostenere le persone che, spesso, rimangono invisibili nel sistema sanitario.