Potresti pensare che sia solo una leggera influenza estiva o una cattiva digestione, ma quel malessere improvviso dopo un bagno al lago o una nuotata nel fiume potrebbe nascondere qualcosa di più insidioso. Il responsabile? Un batterio spesso sottovalutato: il Campylobacter.
Quando arriva l’estate, cresce la voglia di fare il bagno in acque naturali: laghi, torrenti e anche piscine pubbliche. Ma con le alte temperature e l’afflusso continuo di persone, aumentano anche i rischi biologici. Il Campylobacter, uno dei batteri intestinali più diffusi in Europa, può insinuarsi silenziosamente nell’organismo, provocando sintomi che imitiamo spesso per un semplice virus intestinale. Il problema? Se sottovalutato, può causare complicazioni anche gravi.
Cos’è il Campylobacter e dove si trova
Il Campylobacter è un batterio gram-negativo a forma di spirale, tra i principali responsabili di gastroenteriti acute in Europa. Secondo i dati dell’EFSA e dell’ECDC, è uno dei patogeni più frequentemente isolati nei casi di diarrea batterica.
Vive e si moltiplica in particolare:
nell’intestino di uccelli e animali domestici
in acqua stagnante contaminata da feci
in alimenti crudi o poco cotti (soprattutto carne di pollo, latte non pastorizzato e molluschi)
Ma durante l’estate, quando le persone si bagnano in acque non controllate, il rischio aumenta notevolmente: anche un piccolo sorso involontario può essere sufficiente.
I sintomi dopo il bagno: quando sospettare il Campylobacter
Dopo l’esposizione al batterio, i sintomi possono manifestarsi entro 2–5 giorni, anche se talvolta si arriva a una settimana. I segnali da non ignorare sono:
febbre improvvisa
nausea persistente
crampi addominali violenti
diarrea, spesso abbondante e, in alcuni casi, con sangue
brividi, dolori muscolari e malessere generale
Quello che rende subdolo il Campylobacter è che i sintomi sembrano quelli di una comune influenza intestinale, quindi molte persone non si rivolgono al medico. Ma nei soggetti fragili (bambini, anziani, persone immunodepresse), può causare disidratazione severa e persino complicazioni sistemiche.
Come si cura e come si previene
Nella maggior parte dei casi, l’infezione si risolve spontaneamente in pochi giorni, ma è fondamentale:
mantenersi idratati
evitare antibiotici fai-da-te
rivolgersi al medico se i sintomi persistono o peggiorano
Nei casi più gravi o nei soggetti a rischio, possono essere prescritti antibiotici specifici, come azitromicina o ciprofloxacina, su indicazione medica.
La prevenzione si basa su accorgimenti semplici ma efficaci:
evitare di bere acqua non potabile o ingerire acqua durante i bagni in laghi e fiumi
non consumare carne cruda o poco cotta
lavarsi bene le mani dopo essere stati all’aperto o a contatto con animali
evitare di fare il bagno in aree vietate o non controllate
Il rischio è reale, ma si può gestire
Il Campylobacter non è un batterio “esotico” o raro: è tra noi, presente anche in Italia, e ogni anno colpisce migliaia di persone, spesso durante le vacanze. La buona notizia è che, con consapevolezza e precauzione, si può evitare facilmente l’infezione.
Quindi, la prossima volta che senti crampi e febbre dopo un bagno, non ignorare il tuo corpo. Potrebbe non essere solo colpa del caldo o dello stress. Conoscere i nemici invisibili dell’estate è il primo passo per godersi l’acqua in sicurezza, senza brutte sorprese.