Uno studio condotto da università statunitensi rivela che le parole crociate possono rallentare più del brain training il deterioramento mentale negli anziani con decadimento lieve.
Nel 2022, un’analisi pubblicata su NEJM Evidence ha sorpreso la comunità scientifica. Un team di psicologi e psichiatridella Columbia University e della Duke University ha confrontato l’efficacia di due approcci nel rallentare il declino cognitivo in soggetti anziani con decadimento lieve: le classiche parole crociate e il brain training. Contro ogni previsione, i cruciverba si sono dimostrati più incisivi, portando benefici superiori nella conservazione delle funzioni mentali rispetto agli esercizi digitali.
Cos’è il brain training e come agisce
Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, il training cognitivo è un insieme di esercizi mirati a migliorare funzioni come memoria, linguaggio, attenzione e capacità di orientamento spaziale. Può includere attività su computer o esercizi pratici offline, calibrati in base alle difficoltà del paziente.

Il vantaggio principale è la possibilità di lavorare sulle abilità mentali senza farmaci, con costi contenuti e assenza di effetti collaterali. Tra le attività proposte ci sono esercizi per stimolare la memoria a breve termine, migliorare la capacità di pianificare e rafforzare la percezione visiva.
Gli autori dello studio hanno voluto verificare se questo approccio, molto diffuso e supportato da tecnologie digitali, fosse davvero il metodo migliore per contrastare il declino cognitivo. La comparazione con le parole crociate, attività nota per stimolare l’area linguistica e la memoria semantica, ha dato un risultato inatteso.
I risultati dello studio e l’ipotesi degli autori
Gli studiosi si aspettavano un vantaggio netto per il brain training, ma i dati hanno raccontato un’altra storia. Dopo settimane di esercizi, il 30,4% degli anziani impegnati con i cruciverba ha mostrato miglioramenti in test clinici che misurano la progressione verso la demenza. Nel gruppo del brain training, la percentuale si è fermata al 23,5%.
Entrambe le attività hanno avuto effetti positivi, ma la differenza ha sorpreso.
Secondo i ricercatori, il motivo potrebbe essere legato alla familiarità: molti partecipanti erano più a loro agio con un gioco cartaceo tradizionale rispetto a un software da eseguire su schermo. La maggiore predisposizione, unita all’impegno cognitivo richiesto dai cruciverba, avrebbe potuto amplificare i benefici.
Lo studio, pur non definitivo, apre la strada a nuove riflessioni sul ruolo delle attività tradizionali nella stimolazione mentale degli anziani. E conferma che, anche nell’era digitale, strumenti semplici e accessibili come le parole crociatepossono mantenere viva la mente.
I dati raccolti suggeriscono che un approccio ibrido, capace di unire la stimolazione cognitiva tradizionale a strumenti digitali selezionati, potrebbe offrire risultati ancora migliori. La ricerca, per quanto limitata nel numero di partecipanti, indica che la personalizzazione degli esercizi e la familiarità con il mezzo sono fattori determinanti nel successo di un programma di allenamento mentale.
Per i medici e gli operatori sanitari, la sfida sarà trovare il giusto equilibrio tra innovazione tecnologica e metodi consolidati. Un cruciverba, unito a un programma mirato, potrebbe diventare parte integrante di una strategia di prevenzione a lungo termine.