Boomer blaming e ansia climatica: il dolore nascosto dietro la rabbia dei giovani

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Generazione senza certezze: perché i giovani accusano i boomer e temono il futuro - www.pdspsicologidellosport.it

Lorenzo Fogli

Agosto 16, 2025

Il boomer blaming non è solo uno sfogo: è il sintomo di un lutto collettivo per un futuro incerto. Psicologia e dati mostrano come ansia climatica e precarietà alimentino questo malessere generazionale.

Il fenomeno del boomer blaming è emerso negli ultimi anni come una forma di accusa rivolta dai giovani alle generazioni precedenti, colpevoli — secondo questa percezione — di aver lasciato un mondo più povero di certezze. Non si tratta solo di mancanza di opportunità economiche, come la difficoltà di acquistare una casa o di ottenere un lavoro stabile. È un sentimento più profondo, che intreccia precarietà e ansia climatica, e che molti psicologi riconducono a un vero e proprio lutto per un futuro che sembra irraggiungibile.

Rabbia e lutto anticipatorio: il dolore dietro le accuse

Nelle sedute di psicoterapia, raccontano diversi professionisti, si ripete una storia simile: giovani che si dichiarano delusi e traditi non da un singolo familiare, ma da un intero sistema. La rabbia che esprimono non è fine a sé stessa, ma rappresenta il sintomo di un dolore collettivo. Gli esperti parlano di lutto anticipatorio, quando si prende coscienza che sogni e obiettivi non potranno concretizzarsi.

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Generazione senza certezze: perché i giovani accusano i boomer e temono il futuro – www.pdspsicologidellosport.it

Dati recenti, pubblicati su The Lancet Planetary Health, mostrano la portata del problema: su 10.000 giovani intervistati tra i 16 e i 25 anni, in dieci Paesi, l’84% si dice preoccupato per il cambiamento climatico, il 75% prova paura per il futuro e l’83% ritiene che le generazioni precedenti abbiano fallito nel proteggere il pianeta. Oltre a rabbia e frustrazione, emergono tristezza, senso di impotenza e un diffuso sentimento di tradimento verso governi e istituzioni.

Dalla consapevolezza alla costruzione di nuove prospettive

Il percorso psicologico, spiegano gli esperti, parte dall’ascolto della rabbia ma non si ferma lì. Il passo successivo è chiedersi: e ora? Accettare la perdita di un modello di vita idealizzato — casa di proprietà, stabilità economica, sicurezza lavorativa — non significa rassegnarsi, ma riconoscere i limiti e cercare nuovi significati.

Molti terapeuti incoraggiano a spostare il focus da ciò che non si può ottenere a ciò che si può ancora costruire: nuove forme di comunità, modi alternativi di vivere e di abitare, progetti legati alla sostenibilità. Allo stesso tempo, ricordano che idealizzare il passato è un rischio: ogni epoca ha avuto le proprie ombre, e oggi, pur in un contesto fragile, disponiamo di strumenti culturali e linguistici più ricchi per affrontare i problemi.

Il boomer blaming diventa così una lente attraverso cui leggere un disagio generazionale complesso. La sfida non è cancellare la rabbia, ma trasformarla in energia creativa, capace di dare forma a un futuro più incerto ma comunque possibile, e soprattutto sentito come proprio.

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