Rivoluzione per la tua mente: così l’Intelligenza Artificiale e la stimolazione cerebrale promettono di potenziare la concentrazione… senza muoverti dal divano

Stella Rota

Agosto 20, 2025

Immagina di poter potenziare il tuo cervello come se stessi andando in palestra, ma restando comodamente seduto sul divano di casa. Fantascienza? Forse fino a ieri. Oggi, invece, la ricerca apre scenari che sembrano usciti da un romanzo futuristico ma che sono già realtà. Un team dell’Università del Surrey, insieme all’Università di Oxford e alla società Cognitive Neurotechnology, ha sviluppato un sistema capace di rivoluzionare il modo in cui miglioriamo la nostra attenzione. Il segreto? Stimolazione cerebrale non invasiva combinata con intelligenza artificiale, un connubio che promette di trasformare la concentrazione in qualcosa che si può “allenare” quotidianamente, senza fatica e in totale sicurezza.

Il principio è tanto semplice quanto sorprendente: piccoli impulsi elettrici, gestiti da algoritmi intelligenti, modulano l’attività neuronale in base alle caratteristiche uniche di ogni persona. In questo modo, il cervello viene stimolato a rispondere meglio agli stimoli, aumentando la capacità di restare focalizzati. Una vera palestra mentale personalizzata, che non richiede attrezzature complesse né procedure invasive.

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Intelligenza artificiale e stimolazione elettrica: la nuova frontiera del cervello

La tecnica su cui si basa il progetto si chiama stimolazione transcranica a rumore casuale (tRNS). Attraverso micro-correnti elettriche, viene introdotto nel cervello un “rumore” calibrato che paradossalmente ne migliora le prestazioni, un fenomeno noto come risonanza stocastica. In termini pratici? Una piccola dose di caos elettrico che aiuta i neuroni a lavorare meglio, aumentando la capacità di concentrazione.

Ma la vera innovazione sta nell’integrazione con l’intelligenza artificiale. Il software sviluppato analizza parametri individuali come livello di attenzione di partenza, età o persino la circonferenza cranica, calibrando di conseguenza l’intensità e la frequenza della stimolazione. Un approccio che sostituisce procedure costose e complesse, rendendo il sistema accessibile a tutti.

I test hanno coinvolto oltre un centinaio di volontari, con 290 sessioni di allenamento cognitivo condotte direttamente da casa tramite una semplice app collegata a un tablet. Alcuni partecipanti hanno sperimentato la versione standard, altri una stimolazione calibrata dall’AI: i risultati hanno evidenziato un netto vantaggio per chi ha beneficiato della personalizzazione. Il dato più sorprendente? I miglioramenti maggiori sono stati osservati proprio tra le persone con i livelli di attenzione più bassi.

E la sicurezza? Secondo gli studiosi, nessun effetto collaterale significativo. Le sensazioni fisiche provate durante la stimolazione sono risultate indistinguibili da quelle percepite nel gruppo placebo. Una conferma importante, che distingue questa tecnologia da molte terapie farmacologiche, spesso gravate da effetti indesiderati.

Il futuro aperto da questa ricerca non riguarda solo chi vuole migliorare la propria concentrazione nello studio o nel lavoro. Le applicazioni cliniche potrebbero essere di enorme portata: Adhd, depressione, Parkinson e Alzheimer sono alcuni dei disturbi in cui la stimolazione cerebrale personalizzata potrebbe fare la differenza. Non più dispositivi complessi in laboratori specializzati, ma strumenti indossabili alla portata di tutti, in grado di trasformare le nostre abitudini quotidiane.

Come ha sottolineato il professor Roi Cohen Kadosh, alla guida del progetto, questo studio dimostra come l’intelligenza artificiale e le neurotecnologie indossabili possano diventare strumenti concreti per migliorare il benessere cognitivo delle persone. Potrebbe significare non solo un passo avanti nella ricerca medica, ma anche un nuovo modo di concepire l’apprendimento, la formazione e la crescita personale.

Allenare la mente a casa come se fosse un muscolo, senza rinunce e senza rischi, non è più un’idea lontana. La domanda che resta è: siamo pronti a indossare una cuffia hi-tech e a scoprire la versione più concentrata di noi stessi?

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