Le persone più intelligenti prendono decisioni migliori: ecco cosa ha scoperto la scienza

Decidere

Se hai idee e decisioni giuste, vuol dire che sei intelligente-pdspsicologidellosport.it

Lorenzo Fogli

Agosto 23, 2025

Uno studio britannico mostra il legame tra intelligenza e accuratezza nel valutare le probabilità: chi ha un QI più basso commette più errori decisionali.

Capire quanto ci resta da vivere non è un esercizio banale. Eppure, la maggior parte delle decisioni cruciali che prendiamo ogni giorno – dal risparmio agli investimenti, fino alla pianificazione della pensione – si basa su una stima personale delle probabilità. Un lavoro pubblicato sul Journal of Personality and Social Psychology mostra come la capacità di fare previsioni attendibili dipenda in buona parte dal quoziente intellettivo. Lo studio ha coinvolto un ampio campione di cittadini britannici over 50, osservando una relazione evidente: chi ha un QI più basso sbaglia il doppio delle volterispetto a chi ha doti cognitive più elevate.

Lo studio si è basato su dati raccolti all’interno dell’English Longitudinal Study of Ageing, in collaborazione con l’Office for National Statistics. I partecipanti dovevano indicare la probabilità, espressa in percentuale, di essere ancora in vita entro dieci anni. Quelle previsioni sono poi state confrontate con i dati reali. Il risultato ha messo in luce una disparità netta nella precisione, legata a differenze cognitive misurate attraverso test standardizzati. A coordinare la ricerca è stato Chris Dawson, docente di economia e scienze comportamentali, che ha spiegato come “stimare correttamente ciò che potrebbe accadere è alla base di ogni scelta strategica”.

Le scelte quotidiane influenzate da errori cognitivi

Ogni giorno compiamo azioni che implicano una valutazione implicita del rischio: ci chiediamo se valga la pena cambiare lavoro, comprare casa, aprire un mutuo, iniziare una relazione o magari attraversare una strada trafficata. La ricerca evidenzia che le persone con capacità cognitive inferiori tendono a sovrastimare o sottovalutare in modo marcato certe probabilità, ritrovandosi poi con conseguenze pesanti. Questo vale anche per scelte più complesse, come quando andare in pensione, quanto mettere da parte per il futuro, quali investimenti evitare.

Decisioni
La tua intelligenza ti fa prendere le decisioni giuste-pdspsicologidellosport.it

Il team ha tenuto conto di variabili come stato di salute, istruzione, reddito, patrimonio genetico e stile di vita. In ogni caso, il fattore determinante restava l’intelligenza, confermata anche dall’analisi di marcatori genetici legati al rendimento scolastico e al potenziale cognitivo. L’aspetto interessante, rileva Dawson, è che gli errori non riguardano solo chi ha ricevuto meno istruzione, ma si estendono anche a persone con un buon livello culturale ma con QI più contenuto. Il meccanismo sembra essere sistematico.

Gli autori suggeriscono una possibile soluzione: presentare informazioni cruciali – come aspettativa di vita o rischio finanziario – già in forma di stima probabilistica, evitando che le persone debbano calcolarle da sole. Questo approccio potrebbe ridurre il margine di errore, in particolare nelle fasce più vulnerabili della popolazione.

Intelligenza e benessere: una relazione da non sottovalutare

Secondo i dati emersi, una visione errata del futuro può compromettere l’intera struttura decisionale di una famiglia. Se una persona sottostima la durata della propria vita, rischia di esaurire i risparmi troppo presto, oppure di non attivare per tempo coperture sanitarie adeguate. Chi invece sovrastima la propria longevità, potrebbe rinunciare a esperienze importanti, risparmiando più del necessario o rinviando scelte che migliorerebbero la qualità della vita nel presente.

La ricerca colloca l’intelligenza tra i principali fattori predittivi di benessere economico, salute e successo sociale. Non è solo una questione di cultura o istruzione, ma di come si elaborano e pesano le informazioni. Una mente più pronta, dicono i dati, non solo è più rapida nel cogliere gli elementi rilevanti, ma sa anche valutarne le implicazioni concrete.

I ricercatori suggeriscono che questo tipo di errore decisionale andrebbe tenuto in considerazione anche a livello politico e amministrativo. Molte persone sbagliano non perché non vogliono capire, ma perché non riescono a gestire la complessità delle scelte. Da qui la proposta di semplificare l’accesso a dati chiave, come quelli su salute, previdenza o investimenti, in modo da aumentare l’equità nelle decisioni, senza lasciare nessuno indietro.

×