Le persone con una predisposizione genetica all’Alzheimer possono trarre il massimo beneficio da uno stile alimentare sano e bilanciato come quello mediterraneo.
Una delle domande più frequenti nel campo della prevenzione neurologica è se la dieta possa influenzare il rischio di sviluppare demenza. Ora arriva una risposta chiara e supportata da dati clinici: la dieta mediterranea ha un effetto protettivo, in particolare nelle persone che hanno una predisposizione genetica all’Alzheimer.
La scoperta arriva da uno studio pubblicato su Nature Medicine e condotto da un team internazionale che coinvolge la Mass General Brigham, la Harvard T.H. Chan School of Public Health, il Broad Institute del MIT e la stessa Harvard University. I ricercatori hanno dimostrato che chi segue una dieta ispirata a quella mediterranea mostra un rischio ridotto di sviluppare demenza e un declino cognitivo più lento nel tempo, anche se geneticamente predisposto.
La dieta mediterranea come scudo naturale contro il morbo di Alzheimer
Il dato più sorprendente è che proprio le persone più a rischio—quelle che presentano nel DNA due copie della variante APOE4, fortemente associata all’Alzheimer—sono quelle che ottengono i benefici maggiori. Il gene APOE è il principale fattore genetico legato all’Alzheimer ad esordio tardivo: una singola copia della variante aumenta il rischio di 3-4 volte, mentre due copie portano il rischio a essere fino a 12 volte superiore rispetto a chi non ne è portatore.

Lo studio ha analizzato i dati di 4.215 donne e li ha successivamente validati su un gruppo di 1.490 uomini, monitorando nel tempo abitudini alimentari, dati genetici ed esami del sangue. I risultati sono stati chiari: chi adottava uno stile alimentare più vicino a quello mediterraneo aveva minori probabilità di sviluppare demenza nel tempo.
Questo effetto protettivo si manifesta anche in chi ha già marcatori di rischio elevato, a conferma che la genetica non è un destino immutabile: uno stile di vita corretto può giocare un ruolo determinante nella prevenzione.
Perché il 2025 è l’anno giusto per puntare sulla dieta mediterranea
Nel 2025, il morbo di Alzheimer continua a rappresentare una delle principali preoccupazioni per la salute pubblica. In Italia si stimano oltre 1,2 milioni di persone affette da forme di demenza, con proiezioni in aumento. La novità è che sempre più studi puntano sul ruolo dello stile di vita nel contrastare la comparsa della malattia.
Secondo i ricercatori, la dieta mediterranea—ricca di frutta, verdura, cereali integrali, legumi, pesce azzurro e olio extravergine d’oliva—è l’unico regime alimentare che ha mostrato benefici cognitivi evidenti in studi clinici.
Il primo autore della ricerca, Yuxi Liu, ha dichiarato che i risultati suggeriscono l’importanza di intervenire con strategie alimentari mirate, specialmente su individui con predisposizione genetica. Questo approccio potrebbe diventare parte integrante della prevenzione personalizzata.
Per chi è portatore del gene APOE4, adottare un regime mediterraneo non è solo consigliabile, ma potrebbe essere una delle scelte più importanti per la salute cerebrale a lungo termine.
Seguire la dieta mediterranea non significa soltanto mangiare bene, ma prendersi cura del proprio cervello. E oggi, con dati alla mano, possiamo dire che ogni pasto può fare la differenza, anche per chi eredita un rischio elevato.